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Mario Draghi in queste ultime ore ha tenuto una conferenza stampa e si è espresso per quanto riguarda i vaccini, le riaperture, le varie zone rosse, arancioni e gialle ma soprattutto ha parlato di quelle persone, soprattutto giovani, che saltano la fila per il vaccino.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi in queste ultime ore ha tenuto una conferenza ed ha parlato il particolare dei vaccina ma soprattutto di quelle persone che saltano la fila. 
Con che coscienza la gente salta la fila?‘ sono state queste le parole del nuovo Presidente.
Per quanto riguarda i giorni che ci aspettano Draghi ha parlato di settimane di apertura e non di chiusura.
Ovviamente manca ancora una data precisa, sarà difficile dire se si inizierà ad allentare la morsa a fine aprile o a maggio o a giugno ma l’obiettivo è comunque quello: dal turismo, alle fiere, bisogna iniziare a programmare.
Il Premier nel frattempo ha annunciato che arriverà una nuova iniezione di aiuti all’economia, con uno scostamento di bilancio e un nuovo decreto Sostegni che varrà più del precedente: oltre 32 miliardi.

Per quanto riguarda i vaccini invece il Presidente ha affermato che: ‘Bisogna seguire le linee guida espresse la Ministro della Salute Speranza. La raccomandazione è usare il vaccino astrazeneca per coloro che hanno più di 60 anni. Cerchiamo comunque di fare una riflessione. Quello che deve attirare la nostra attenzione è il rischio di decesso. Il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno 75 anni. La conclusione di questo è che bisogna vaccinare prioritariamente quelli che hanno più di 80, quelli che hanno più di 75, quelli che hanno più di 70 fino ad arrivare a quelli che hanno più di 60 anni‘, ha affermato Draghi.

Questi ultimi giorni sono giorni di tensione per quanto riguarda la storia Denise Pipitone e Olesya Rostova.
Giorni fa questa ragazza, Olesya, ha lanciato un appello in una tv russa per ritrovare sua madre.
La ragazza ha raccontato di essere stata rapita all’età di quattro anni.
Alcune cose della storia coincidono con quella della bambina rapita 16 anni fa, Denise Pipitone.
Proprio per questo motivo la mamma di Denise Pipitone, Piera, si è messa in contatto, tramite il suo avvocato, con la televisione russa.

Ancora non si sa qual è il risultato del test del DNA.
A quanto pare il programma russo vuole annunciarlo in diretta e in queste ultime ore sono arrivate delle novità da parte dell’avvocato di Piera.
Ho appena ricevuto una mail dall’avvocato di Olesya Rostova che conferma la volontà di cooperazione con noi e accetta la richiesta di fornirci i risultati degli esami scientifici sulla ragazza prima del collegamento di oggi. A questo punto parteciperemo alla registrazione del programma con la Tv russa che sarà mandato in onda domani”, ha affermato Frattizza, il legale.
”Non vogliamo sottoporci a un ricatto mediatico da parte della tv russa. Se prima della trasmissione non ci faranno avere la documentazione relativa al gruppo sanguigno di Olesya e dell’eventuale test del Dna non parteciperemo ad alcun collegamento televisivo”.

Ma non solo, da quanto detto dall’avvocato oggi sarà l’ultimo intervento mediatico, una volta saputi i risultati del test verrà dato tutto in mano alla Procura di Marsala. 
”Con qualunque esito, oggi sarà il nostro ultimo intervento mediatico. Ci spogliamo da tutto e affidiamo la vicenda alla Procura di Marsala e al Ris di Messina dove si trova il Dna di Denise Pipitone”, ha concluso il legale.

Oggi, 2 aprile, è la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo.
Proprio per questo motivo la Torre della Giunta Regionale in Emilia Romagna verrà illuminata di blu questa sera fino a domani sera.

Oggi è la Giornata nazionale della consapevolezza dell’autismo e in Emilia Romagna verrà fatto un gesto bellissimo.
La Torre della Giunta Regionale verrà illuminata di blu questa sera, fino a domani sera, in Viale Aldo Moro a Bologna.
Infatti questo gesto simbolico è fatto proprio per sensibilizzare e richiamare l’attenzione di tutti sui diritti delle persone con sindrome dello spettro autistico, e delle loro famiglie.
Per il 2021 quindi la Giunta regionale in Emilia ha confermato due milioni di euro per la cura delle persone con disturbo dello spettro autistico, a maggior ragione in considerazione delle diagnosi, che sono in aumento rispetto agli anni passati anche grazie a una migliore capacità di effettuarle e di presa in carico: se nel 2011 i minori assistiti, con questo tipo di disturbi, erano 1.584, nel 2019 sono diventati 4.327.
Per quanto riguarda invece gli adulti, nel 2013 erano 161 le persone assistite, passate nel 2019 a 614.

Ma non solo, sempre in Emilia Romagna, dal 2008 è attiva in tutta la Regione una rete che permette interventi precoci e mirati proprio per l’autismo, per interagire con strumenti terapeutici ed educativi secondo il modello organizzativo Hub & Spoke: ovvero Centri di alta specializzazione, che si trovano in collegamento con alcuni ospedali e soprattutto specialisti del territorio.
Essi sono autorizzati a fare diagnosi e prevedere i percorsi di cura.
Il programma, che è stato rivisto nel 2011 e successivamente nel 2016, ha consentito quindi di abbassare notevolmente l’età della prima diagnosi, a vantaggio della presa in carico precoce.

Putin, il Presidente della Russia, ieri mattina ha ricevuto la prima dose del vaccino per combattere il contagio da Covid-19.
Il Presidente il giorno dopo essersi vaccinato ha deciso di esprimersi e tranquillizzare tutti i cittadini preoccupati per lui.

Il Presidente della Russia l’altro giorno si è vaccinato con il vaccino anti-covid.
L’uomo già in passato aveva detto che, una volta arrivato il suo turno, si sarebbe vaccinato senza problemi per due motivi.
Per proteggersi e per proteggere le persone che lo circondano ma soprattutto per dare il buon esempio e per far capire alle persone che non c’è niente di cui preoccuparsi e che il vaccino si deve fare per uscire una volta per tutte da questa pandemia.
”Chiunque voglia stare tranquillo, non ammalarsi o non avere gravi conseguenze dopo aver contratto la malattia dovrebbe fare come me”, ha affermato il Presidente Putin.
Mi sono svegliato la mattina dopo il vaccino con qualche leggero dolore muscolare. Ho preso il termometro, la temperatura era normale”, ha concluso il presidente russo.

Inoltre Putin ha fatto sapere di non essersi voluto vaccinare avanti alle telecamere per non fare come gli altri capi degli altri Stati.
Sarebbe stato come falsificare il tutto, ad esempio somministrando una soluzione salina al posto del farmaco”.
Infine il Presidente ha dichiarato di non voler dire con quale dei tre vaccini si è vaccinato tra Sputnik, EpiVacCorona e CovVac.
Non si sa perchè il Presidente abbia preso la scelta di non dirlo, probabilmente per evitare di far pensare che un tipo di vaccino è migliore di un altro, ma semplicemente che tutti e tre  vanno bene e sono sicuri.
Solo il medino che mi ha somministrato il vaccino lo sa”, ha detto Putin.

Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, come ogni venerdì da un anno a questa parte, ha tenuto la sua solita diretta instagram per aggiornare i cittadini del contagio da Covid-19.
In questa diretta però il Presidente ha parlato anche di come, secondo lui, il Governo doveva agire.

Vincenzo De Luca in questa diretta ha citato il Governo facendo delle affermazioni molto dure, rivolte al Governo.
”Dal mio punto di vista, le Regioni hanno solo due responsabilità”, ha affermato il Presidente, riferendosi al discorso di Draghi di qualche giorno fa per quanto riguarda la campagna vaccinale nelle Regioni.
”La prima è che alcune Regioni, soprattutto quelle del centro-nord, hanno premuto troppo per aprire tutto prima del tempo. La seconda è che alcune Regioni hanno delle criticità evidenti. Ma sono criticità che vanno individuate con precisione nella Regione chiamata in causa, non nel sistema delle Regioni. Per il resto, se non ci fossero state le Regioni e avessimo avuto il governo italiano coi livelli di efficienza che ha mostrato, l’Italia sarebbe andata al disastro, ha affermato il Presidente.

Per quanto riguarda il lavoro svolgo dal Governo a Roma: ”L’unica cosa che doveva fare il governo era preoccuparsi di produrre i vaccini in Italia. Quello era l’unico vero compito dello Stato e non certo delle Regioni. Ma il governo non c’ha pensato ed è la più grande responsabilità in capo allo Stato. Ricordo anche che è stato il governo a provvedere alla distribuzione dei vaccini: un altro disastro. La distribuzione è avvenuta sulla base del mercato nero dei vaccini e la Campania è stata penalizzata fortemente. Inoltre, la certezza delle forniture era un altro compito dello Stato italiano. Non vi è stata nessuna certezza, complicando la programmazione dei vaccini nelle Regioni”.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi oggi ha tenuto un discorso in Parlamento in cui ha parlato del piano vaccinale e soprattutto ha fatto un appello alle Regioni.
”A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per la soluzione della crisi. Sappiamo come farlo, abbiamo 4 vaccini sicuri e efficaci, ad aprile arriva anche Johnson&Johnson. L’obiettivo è vaccinare quante più persone possibile nel più breve tempo possibile”, ha affermato il Presidente.
Quindi è confermato l’arrivo del vaccino Johnson&Johnson.

Siamo già all’opera per compensare il ritardo di questi mesi. L’accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno. Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare il sorgere di nuove varianti. Per vaccini fatti, l’Italia è seconda dopo la Spagna, ma per i noti motivi l’Unione Europea si colloca dietro molti altri Paesi. Nel Regno Unito, giusto per fare un esempio, la campagna vaccinale procede più rapidamente, anche se bisogna dire che le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi in numero sono paragonabili a quelle dell’Italia. Però vediamo cosa abbiamo da imparare da quell’esperienza e anche da quella di altri Paesi”, ha affermato Draghi.

Invece, per quanto riguarda le Regioni: ”Le differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi sono difficili da accettare. Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”, ha concluso il Premier

L’Italia in questo momento è in una situazione critica a causa del contagio da Covid-19.
Dopo mesi di passaggi tra zone rosse, arancioni e gialle, addirittura la Sardegna in zona bianca, quasi tutta la nazione è in zona rossa e, per quanto riguarda i giorni di Pasqua, le restrizioni saranno ancora più forti.

Da una settimana ormai quasi tutta l’Italia è in zona rossa, sono pochissimi le Regioni che in questo momento sono ancora in zona arancione.
Nonostante ciò la situazione tra qualche giorno cambierà e, per quanto riguarda i giorni festivi, tutta l’Italia sarà in zona rossa, proprio come a Natale.
Questa decisione è stata presa dal Governo per contenere il contagio da Covid-19 ma con la speranza che, una volta passate le feste pasquali, la situazione sia migliorata.
A parlarne in merito è stato proprio il Ministro dell’Economia qualche ora fa: ”Il paese è ancora sotto strette restrizioni alla mobilità ma crediamo che dopo Pasqua la situazione migliorerà gradualmente e tornerà alla normalità verso maggio e giugno per la disponibilità dei vaccini da una parte e per il fatto che la stagione più calda aiuterà”.

Quindi la situazione dovrebbe migliorare grazie alle restrizioni attuali e ai vaccini.
Il Ministro inoltre ha parlato anche per un tempo più lungo dicendo: ”Verso la fine dell’anno elimineremo gradualmente le misure di sostegno all’economia e torneremo alla normalità. Nelle prossime settimane saranno introdotte ulteriori misure. Stiamo lavorando per inviare il nostro piano alla Commissione europea entro la fine di aprile. L’Italia ha un problema di produttività di lunga data. La priorità per noi in questo momento è sconfiggere il Covid ma la seconda è di aumentare la nostra crescita potenziale. Abbiamo bisogno di più investimenti, produttività, occupazione. Useremo i fondi europei e le nostre risorse nazionali per affrontare queste debolezze”.

Dopo una lunga riunione finita alle 2.30 di notte tra la Cancelleria Angela Merkel e i Presidenti dei Land ha confermato un allungamento del lockdown in Germania fino al 18 Aprile. 
Ma a quanto pare saranno applicate delle regole ancora più restrittive per quanto riguarda i giorni festivi.
Andiamo a vedere nello specifico di che si tratta.

Angela Merkel in queste ultime ore, dopo una lunga riunione con i Presidenti dei Land, ha deciso di prolungare il lockdown in Germania.
Ma non solo, è stata presa la decisione di attuare alcune regole ancora più restrittive per quanto riguarda i giorni festivi.
Nel documento ufficiale pubblicato si legge che, la ragione principale per il nuovo inasprimento delle misure e del lockdown prolungato fino al 18 aprile, è la rapida diffusione della mutazione B.1.1.7. del virus, ovvero la cosiddetta “variante inglese”, che al momento è la causa della maggior parte dei contatti in Germania.
Tutto ciò avrebbe lo scopo di evitare un sovraccarico del sistema sanitario.

Quindi Dal primo al cinque aprile ovvero dal Giovedì Santo fino a Pasquetta saranno permesse le riunioni private che coinvolgano non più di due nuclei familiari, per un massimo di cinque persone, specifichiamo che i bambini sotto i 14 anni non vengono conteggiati.
Anche le coppie verranno considerate come facenti parte dello stesso nucleo familiare.
La gastronomia all’aperto, che aveva visto una timida ripresa in alcune zone, sarà nuovamente vietata durante questo periodo.
La Germania in questo momento si trova nel pieno della terza ondata di Pandemia e quindi le aziende vivranno i giorni di Pasqua con le stesse regole della domenica.
Infine è stato chiesto alle comunità religiose di non tenere alcuna funzione in presenza ma di fare tutto in streaming.

Oggi, 18 marzo 2021, si terrà per la prima volta in assoluto la Giornata Nazionale in memoria di tutte quelle persone che sono morte a causa dell’epidemia da Covid-19.

E’ stata istituita dal Parlamento la Giornata Nazionale per ricordare tutte le persone che sono morte in questo ultimo anno a causa del Covid-19. 
Ad esprimere un pensiero sono stati anche l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini e il Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
”Il numero delle persone che non ci sono più è impressionante. Il nostro pensiero va a tutti loro: 11.236 uomini e donne, a oggi, in Emilia-Romagna, 103.001 fino a ieri in Italia. Dietro a ciascuna di queste persone che non è più con noi c’è una famiglia che ha sofferto e che soffre tuttora. Ci sono amici, colleghi, affetti. Ogni singola perdita rappresenta una ferita per la nostra comunità. Un colpo durissimo inferto da un’epidemia che all’inizio travolse la nostra regione in pieno, e poi ancora nei mesi a seguire, vicini come eravamo all’epicentro. Medici, infermieri, operatori sanitari e sociosanitari, tecnici e volontari hanno combattuto e continuano a combattere duramente tutti i giorni, da più di un anno. Così come fondamentali sono stati, e lo sono tuttora, tutti i lavoratori e le lavoratrici dei servizi essenziali”, hanno affermato i due.

Ma non solo: ”Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare per aumentare la capacità di cura e assistenza delle strutture ospedaliere e dei servizi territoriali e domiciliari, investendo su edifici e tecnologie, ricerca e terapie, personale e assunzioni. Fare tutto questo è il nostro modo, concreto, per rispondere al bisogno di sicurezza e salute dei cittadini, senza distinzione di categorie e di reddito. Ma è anche il modo più appassionato per esprimere il nostro cordoglio nei confronti di coloro che non ci sono più”.

Esattamente un anno fa la vita di tutti gli italiani è cambiata.
E’ passato un anno esatto da quando Conte ha tenuto la sua conferenza in diretta ed ha annunciato un lockdown per tutta la nazione.
Da quel momento la vita di tutti non è stata più la stessa.

Esattamente un anno fa, il 9 marzo del 2020, Conte ha tenuto una conferenza alle 21 in diretta nazionale.
In questa conferenza, l’ormai ex Presidente del Consiglio, annunciava il primo lockdown in Italia.
Tutti ci ricorderemo sicuramente quel momento, era sera, quasi tutto se lo aspettavano ma è stato comunque uno shock.
Inizialmente si chiedeva che il lockdown durasse due o tre settimane ma poi si è allungato sempre di più, fino a maggio.
Non si poteva uscire di casa, non si potevano vedere amici e parenti, era tutto chiuso tranne supermercati e farmacia.
Si poteva uscire infatti solo per fare la spesa o per motivi di lavoro e urgenze.
Sono stati dei mesi difficili per tutti e, in questo momento, la situazione non è migliorata di molto.
Infatti quasi tutti l’Italia è divisa tra zona rossa e arancione, regole diverse dal lockdown in quanto i bar da asporto sono aperti, alcuni negozi sono aperti, si può fare sport nei pressi di casa, ma comunque non si può uscire senza un reale motivo. 

Le parole di Conte durante quella diretta sono state: ”I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme piu’ stringenti. Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione “io resto a casa“. Ci sara’ l’Italia come zona protetta”.

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