Ripple entrerà in Coinbase?

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Le forti oscillazioni del prezzo dell’XRP, il valore Ripple, ora la terza criptovaluta più importante al mondo, sono state in gran parte influenzate da un fattore che negli ultimi mesi è stato sempre presente: si dice infatti che Coinbase, la più grande borsa bitcoin degli Stati Uniti, possa finalmente iniziare a offrire XRP attraverso la propria piattaforma.

Sebbene niente di certo sia ancora stato detto, Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, la società che ha creato XRP, ha sostenuto pubblicamente per la prima volta giovedì scorso che l’exchange dovrebbe farlo al più presto.

Ricordiamo che Coinbase, con sede a San Francisco, offre attualmente la possibilità di acquistare e di vendere Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash e Litecoin, e presto aggiungerà Ethereum Classic al suo portafoglio, come annunciato la scorsa settimana. Ma l’XRP, la cui capitalizzazione di mercato supera i 21 miliardi di dollari, andando così a eccedere quella di tutte le altre criptovalute al di là di Bitcoin ed Ethereum, è stata per il momento ignorata.

Eppure, Ripple continua ad essere uno dei progetti più interessanti: la società vende la sua tecnologia blockchain alle istituzioni finanziarie di tutto il mondo – alcune delle quali utilizzano anche la crittografia XRP per accelerare e ridurre i costi dei pagamenti internazionali – e da tempo sostiene che il valore di XRP aumenterà con l’aumentare delle banche che entreranno a far parte del proprio network di clienti.

“Mentre risolviamo i problemi su larga scala per le istituzioni, penso che nell’interesse di Coinbase non debba mancare” – ha detto Garlinghouse in un’intervista a Jeff John Roberts di Fortune alla conferenza Future of Fintech di CB Insights a New York.

Per quanto concerne la prestazione della criptovaluta, il prezzo di XRP ha oscillato quest’anno da circa 50 centesimi a quasi 4 dollari a gennaio, spinta proprio da una raffica di voci secondo le quali Coinbase era vicina ad aggiungere la criptovaluta nella propria piattaforma. Eppure, a marzo, Coinbase ha annullato un nuovo round di speculazioni di questo tipo, affermando che scambierà solo criptovalute che sono state ritenute dai regolatori non come “titoli”.

Questo potrebbe essere il motivo per cui Coinbase e altri exchange americani sono stati per il momento riluttanti a scambiare XRP. Un annuncio della scorsa settimana dalla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti secondo cui Ethereum non soddisfa la definizione di security, a causa della sua struttura decentralizzata, ha anche sollevato preoccupazioni sul fatto che l’XRP non possa essere classificato in maniera utile per un allargamento in Coinbase.

Garlinghouse, tuttavia, ha confutato l’idea che l’XRP possa cadere sotto la giurisdizione della SEC affermando di ritenere “che sia davvero chiaro che l’XRP non è una security”, considerato che – ad esempio – la blockchain di XRP, il libro mastro pubblico, “esiste indipendentemente da Ripple” e continuerebbe a funzionare anche se la compagnia fallisse.

Insomma, Ripple sembra avere voglia di sbarcare su Coinbase quanto prima, ma per il momento non ci sono certezze che questo possa realizzarsi concretamente nel breve o brevissimo termine.

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